Forse nessuno si sta rendendo conto di quale grave pericolo sta correndo la nostra professione, IN POCHI ANNI L’80 % DELLA PRODUZIONE DI PROTESI SARA’ FATTA ALL’ESTERO. Ci sono sempre più laboratori che hanno creato e che stanno creando società che hanno il compito di importare protesi provenienti dalla Cina e dall’india, che poi vendono ai laboratori che le certificano in sintesi quello che avviene nel tessile, dove si limitano ad applicare l’etichetta.
Gli economisti internazionali la chiamano concorrenza asimmetrica, gli imprenditori occidentali molto più pragmaticamente CONCORRENZA SLEALE. Questo nuovo stadio nel processo di globalizzazione potrebbe avere serie implicazioni negative per la competitivitá dei nostri laboratori, i laboratori odontotecnici non sono in grado di resistere alla pressione esercitata dalla nuova generazione di imprese provenienti dalle economie emergenti.
Come visto, nel medio termine, un certo livello di competitivitá potrá essere mantenuto, per certe produzioni, andando a conprodurre nei paesi emergenti, ma il rischio é quello di accelerare il processo di know how da parte dei Cinesi e indiani che poi in definitiva sono laboratori fatti dalle multinazionali rischiando di metterle in condizione di facilitare i loro attacchi al mercato odontotecnico Italiano nei prossimi dieci anni.
Con gli anni poi saranno le stesse multinazionali a commercializzare la protesi in Italia escludendo in modo definitivo i laboratori odontotecnici .
E' un rischio ben identificato e presente . Un altro aspetto negativo è di non poterci scegliere sempre i clienti e l’ansia per la scarsa visibilità, a lungo termine, ci farà perdere ulteriore spazi .
Tale RISPOSTA DEI NOSTRI LABORATORI appare come una boccata di ossigeno , illudendosi così di far fronte ai problemi della loro scarsa competitività ,tentando di risolvere fermare l’inevitabile. Tale parte della popolazione rappresenta un'inesauribile riserva di mano d'opera a basso costo che, in presenza di un'inflazione contenuta sul livello della quale l'Autorità monetaria interviene ogni qual volta le circostanze lo richiedano con drastiche misure calmieratrici, consentirà ancora di mantenere il costo del lavoro per moltissimi anni, su valori estremamente competitivi rispetto ai parametri Italiani. La crisi, dunque, c'è ed è profonda.
Non risolviamo questo problema continuando a dare la colpa agli altri, cercando capri espiatori. L'elenco degli imputati che abbiamo via via individuato per il nostro malessere non è breve: E non possiamo certo pensare di battere la concorrenza dei paesi emergenti sul fronte salariale o affidandoci alla qualità.
Se soffriamo della sua concorrenza non è colpa della Cina, dell’india e quindi delle multinazionali ma nostra, perché non siamo stati capaci di far evolvere il nostro PROFILO per sfruttare la nostra professionalità, IL NOSTRO sistema verso prodotti più innovativi a più alto contenuto individuale, non abbiamo saputo valorizzare la nostra protesi NON SIAMO STATI IN GRADO DI DIFERENZIARCI.
La nostra protesi è stata massacrata da una politica demenziale , miope anche da parte dalle nostre associazioni che non ha saputo dare risposte adeguate al problema (basta che uno legga il pensiero Brian –antlo per rendersi conto che quelle sono risposte inadeguate al problema).
COSA FARE ALLORA PER RISOLVERE IL PROBLEMA ?
1)Un profilo adeguato che ci permetta di sfruttare la vicinanza del paziente per darci quella visibilità necessaria tale da poterci differenziare dalle protesi che provengono dalla Cina. . .
2)E’ impensabile poter immaginare di battere la Cina se l’odontotecnico continua a essere un conto terzista e quindi arrivare a una fatturazione diretta.
3) Un profilo che ci dia la esclusività nella fabbricazione della protesi, dobbiamo essere gli unici soggetti abilitati a farlo.
4) La protesi dentaria non deve essere considerata come un qualsiasi beni di consumo, ma un organo artificiale a tutti gli effetti, fatto individualmente per ogni singolo paziente e quindi valorizzata, non può essere fatta fare da chiunque, una protesi realizzata lavorando alla caviglia (per utilizzare un termine antlo) non sarà una protesi individuale fatta ideata solo per quel singolo paziente, (esaltare la professionalità individuale). Diventa una garanzia per il paziente quando l’odontotecnico può seguire tutto il suo ciclo di produzione, solo così il paziente potrà avere una protesi che durerà nel tempo,in quanto durante il ciclo di produzione l’odontotecnico ha seguito tutte le verifiche necessarie direttamente sul paziente, tali da poter apportare quelle modifiche necessarie che fanno poi la differenza.
E’ questo il nostro valore aggiunto, questo sarà quello che ci differenzierà dalle protesi delle multinazionali. La nostra parola d’ordine è valorizzare la nostra protesi.
Saranno gli stessi dentisti a chiamarci in studio per far vedere al paziente che la sua protesi è fatta in Italia, sarà lo stesso dentista consegnare la certificazione al paziente perché avere una figura come l’odontotecnico visibile al paziente diventerà una opportunità anche per il dentista. (l’opposto del lavorare alla caviglia di Brian-antlo). E’ proprio vero che il dramma dell’odontotecnico è l’odontotecnico stesso .
5) Differenziarci dalle protesi cinese, significa sfruttare quel sapere fondato sulla metodologia, sull’esperienza, quel sapere che storicamente ci ha sempre contraddistinto. Perchè una protesi possa durare nel tempo deve seguire un processo di fabbricazione individuale, specifica, fatta di tanti passaggi coerenti, ha bisogno di continue verifiche sul paziente da parte dell’odontotecnico, solo in questo modo si realizzano protesi individuali che durano nel tempo. Se una protesi è fatta bene dura una vita non un anno due anni o cinque anni. Noi oggi abbiamo la capacità di realizzare protesi che possono durare decenni, dobbiamo solo essere messi nelle condizioni di poterlo fare, e questo che il paziente deve sapere ed è proprio qui che la nostra comunicazione è efficace. Quindi differenziarci significa far sapere al paziente che le protesi made in italy costa di più ma dura di più. E’ necessario fare delle ricerche individuando le metodologie,- che va dal processo di fabbricazione alla verifica - più adatte per realizzare protesi durature nel tempo. Questo significa qualità, tutela del paziente.
6) La protesi non è solo estetica ma anche funzione, la protesi made in italy è in grado di integrarsi con il sistema, quindi viene materializzata seguendo una logica clinica individuale, mentre quella cinese è una protesi standar che non considera la clinica individuale e quindi danneggia la salute del paziente.
7) Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale all’interno della nostra categoria,dobbiamo imparare a pensare in modo diverso, dobbiamo imparare a comunicare attraverso un linguaggio adeguato, dobbiamo sfruttare tutti i canali della comunicazione, quello che ha fatto la siced – è un esempio che dovrebbe essere seguito da tutti. In questo processo sarà necessario la collaborazione di tutte le società culturali e sindacali lo sforzo che dovremo affrontare nei prossimi anni sarà impressionante. Le società culturali come quella della siced dovranno fare da locomotiva per trainare tutta la categoria. E’ paradossale il comportamento del presidente della fenaodi un comportamento irresponsabile e strategicamente limitato e arretrato non possiamo più permetterci strategie fallimentari come queste abbiamo bisogno di dirigenti che siano portatori di un pensiero avanzato, che siano dei veri rivoluzionari che sappiano fare gli interessi della categoria intera.
Con queste mie piccole, prescrizioni credo di non avervi sorpreso e probabilmente forse deluso: vi sareste aspettati magari idee più concrete e di pronta azione. Ma è molto difficile che qualsiasi idea concreta per rendere la nostra professione più competitiva sia attuabile a breve termine.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno stimolato ad andare avanti.
FONTE: Post di Astone sul forum odontotecnicamadeinitaly