Laboratorio Odontotecnico Porta S.n.c.  

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Una finestra sul web

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  • (08 marzo 2011)        

pubblicare su "una finestra sul web"

Segugio:
Quadrupede dedito all'onanismo
Oppure
Animale particolarmente abile nell'individuare chi si masturba spesso

Marco
marcoquinzio@gmail.com

 

  • (21 settembre 2009)        

Ciao Vincenzo, pubblicheresti questo articolo che invio?
Cordialmente Rosario Muto
 
Finalmente le associazioni non hanno capito un tubo, "protesi tossiche?"

Sono daccordo nel difendere il made in Italy, a difendere il proprio mercato e regolare tutta una serie di cose che noi tutti sappiamo ma, il problema è ben più grosso di quel che sembra!
Primo punto molto preoccupante è: le aziende ci stanno truffando con i materiali e negli ultimi anni ci stanno vendendo leghe che di nobile non hanno nemmeno la puzza, sono piene di robaccia inquinanti per le leghe stesse e quindi durante la lavorazione diventano molto più pericolose, sia per la tecnica sia per chi le deve ricevere in bocca.
Il secondo punto è: tutti son bravi a tenere nel proprio laboratorio lo stereomicroscopio ma, per fare cosa? Guai a dirgli qualcosa, è il migliore! Mi dite a cosa serve se con lo stereomicroscopio non si controllano i passagi, non si cotrolla nulla di quello che si sta facendo?
Tutti corrono, sabbiano le proprie fusioni e non si accorgono dei propri errori, dei propri falli!
Sig. vi posso garantire che la maggioranza degli odontotecnici, immettono sul mercato dispositivi tossici, pericolosi!
Sapete perchè...................?
Perchè gli odontotecnici non sanno ancora produrre dispositivi a cera persa! Non sanno cerare, non conoscono il sistema di canalizzazione di fusione, non sanno fondere le leghe nobili e preziose, non conoscono ne i materiali, ne i sistemi di fusione ne gli strumenti e macchinari del proprio lavoro.
E' una vergogna.....................................................................
Una cosa tengo a precisare, il problema non è solo italiano, tutto il mondo è paese e chi si sente superiore si faccia un esame di coscienza, in particolare chi dice io lavoro con l'illustre.

Impariamo a lavorare, impariamo la chimica, la fisica, la fisiologia e difendiamo il nostro orgoglio quando operiamo con una certa dignità, per il diritto alla salute di noi tutti.
Cordialmente Rosario Muto

Rosario Muto
C.T.U. 893 Tribunale di Prato
e-mail rosario.muto@tiscali.it
Tel.0574/545700

 

  • (11 luglio 2007)        

Vivere che passione
Di Walter Moretti

RECENSIONE


         La vita di Walter, non è mai stata facile. Nato povero in un paesino del Veneto, si è dovuto sempre arrangiare. Cacciava gli uccelli per mettere qualcosa sotto i denti, lavorava fin da piccolo per poter guadagnare qualcosa e poter così assicurare un po’ di benessere ai suoi familiari: aveva poco, a volte niente del tutto. La mamma, Caterina, cercava in ogni modo di dare ai suoi figli quello di cui avevano bisogno, ma il padre, pittore e quindi con l’animo zingaro tipico degli artisti, non aiutava quasi per niente il ménage familiare.

Si può pensare a questo libro autobiografico come ad un opera divisa in due atti. Si alza il sipario e vediamo l’infanzia col fratello Umberto, fra scorribande, primi amori e tanta FAME. Come la divina Provvidenza del romanzo manzoniano che fa da protagonista e collante alle storie, così la fame e tutto ciò che ne deriva accompagna i vari ricordi del piccolo e gracile Walter. Il secondo atto ci presenta il nostro piccolo protagonista alle prese con l’adolescenza. È un continuo chiedersi cosa sia il sesso e quelle sensazioni strane che prova in presenza delle sue coetanee. I dubbi restano finché, deciso a cambiare la sua vita in meglio, Walter non decide di andare a lavorare in Germania. L’ambiente, così nuovo e molto più evoluto del piccolo paesino in cui è sempre vissuto, le donne, misteriose e affascinanti, ma soprattutto molto più disinibite di quelle italiane, gli permettono di risolvere tutti i suoi dubbi. Vediamo allora Walter farsi finalmente uomo. La sua vita cambia e viene stravolta di continuo, finché, raggiunta una certa stabilità…..

Già dalle prime frasi si può cogliere l’animo sensibile e sincero del narratore, che si dichiara inesperto come scrittore. Lo stile proprio per questo ne guadagna: essenziale, schietto, tanto da rasentare la brutalità (le scene di sesso non lasciano spazio all’immaginazione. Dice tutto, ma proprio tutto!). Le molte riflessioni che accompagnano gli eventi della sua vita ci permettono però di scorgere la poesia e l’acume del suo animo, qualità che gli permettono di divenire in breve tombeur des femmes: “le donne mi piacevano tutte, sposate o non, anche le più bruttine avevano qualcosa di speciale, di nascosto. Conoscendole meglio erano graziose ai miei occhi, un sorriso e capivo come erano dolci nel cuore e, vedendo il loro corpo, diventavo rosso in viso.”

Un romanzo che è una dichiarazione d’amore a tutte le donne.

Walter Moretti
e-mail walter-moretti@hotmail.it

 

  • (28 luglio 2006)        

Primo Moretti Artista Pittore da Conegliano

 

Primo Moretti è stato un pittore innamorato del paesaggio veneto e delle terre intorno a Conegliano.

Per lui fare pittura significava stabilire un rapporto diretto con la natura dei luoghi che frequentava.

Non a caso, aveva scelto l'acquerello quale mezzo espressivo idoneo a rap­presentare il carattere mutevole dell'ambiente che lo circondava.

L'acquerello è una tecnica difficile perché non ammette incertezze nè ripensamenti. Rientra nell'ambito delle pitture cosiddette "a fresco"; è il frutto di un intervento diretto, non consente correzioni e richiede una certa velocità esecutiva. L'acquerello ha bisogno di due elementi fondamentali: l'acqua e la carta. L'acqua perché scioglie il pigmento colorato successivamente applica­to, la carta perché dal tipo di superficie impiegata dipende la resa finale del dipinto. Primo Moretti utilizzava prevalentemente fogli di carta paglierina tenuti sulla verticale e qui interveniva in maniera sicura, diretta.

La sua preoccupazione era di restituire, sempre, l'immediatezza di un'immagine perché nulla andasse perduto. Qualsiasi frammento di realtà suscitava in lui un'emozione profonda e sincera. Molteplici sono gli scorci di Conegliano con le sue vie e le sue piazze: sono sempre pezzi di vissuto, calati nella magia dei colori e della luce. Colpisce la memoria dei luoghi, la resa dei particolari, la verità fatta emergere dalla. pelle degli edifici e dalla natura circostante.

Quando si spingeva oltre la realtà cittadina, erano colline e prati ad accoglie­re il suo sguardo in una prospettiva aperta, dilatata, piena di vita. I colori creano forme riconoscibili e portano in luoghi talvolta lontani ma sempre segnati dalla presenza dell'uomo. Abbondano i toni del verde; le macchie di azzurro, di bianco e di grigio si concentrano nella parte alta dei dipinti per tradurre in lontananza le montagne e i lievi cambiamenti atmosferici. Capita frequentemente di imbattersi in pendii coltivati a vigneto o ad alberi da frut­to pronti per la raccolta. Le stagioni si avvertono nel mutare delle foglie e nell'essenza cromatica dei pigmenti scelti. La carta sulla quale Moretti agisce è una sorta di terra vergine dove la polvere colorata costruisce un paesaggio reale, riflesso dell'anima e delle immagini interiori.

La pennellata veloce riesce a dare sempre la stessa quantità di luce ad ogni parte del dipinto e l'immagine risulta governata da toni equilibrati e armonici. Primo Moretti non ha mai dimenticato l'apprendistato pittorico avvenuto a Venezia, nei primi decenni del novecento, presso il pittore Brogi e tantomeno la collaborazione prestata agli assistenti del maestro Ettore Tito. La città lagunare, con le sue atmosfere delicate e con i suoi trapassi luminosi, ha rappresentato un codice visivo e interpretativo di assoluta importanza.

La produzione pittorica di Primo Moretti è stata continuativa e proficua.

Accanto ai paesaggi, emergono in modo vigoroso le nature morte, in primis, i vasi di fiori. Qui il colore diventa una necessità e assume una forza esplosi­va che invade l'intera superficie bidimensionale. Acquerello, olio e tempera danno vita a composizioni fortemente cromatiche dove alla trasparenza del vetro e dell'acqua si aggiunge il respiro dei fiori e delle foglie. Il risultato è un tripudio di luce, una ricerca costante rivolta al dettaglio e alla forma.

L'interesse dell'artista si concentra sulla natura variegata e mutevole di ogni specie descritta, prevalgono i toni del' rosso, del rosa e del giallo. I fiori cele­brano il tempo che passa, i cambiamenti di stato, la mutevolezza insita nell’istante che è unico, che non torna più.

A volte compaiono strumenti musicali e la linea dolce e sinuosa di una viola sembra accompagnare le note cromatiche di un mazzo di rose appena composto.

Anche il mondo animale trova una collocazione nell'universo pittorico del­l'artista. Sono animali da cortile e da stalla descritti con tratti essenziali e fortemente realistici. Appaiono forti, vigorosi, degni di vivere nei campi color marrone e ocra appena arati, felici di appartenere alla comunità di Nogarolo, paese nel quale Primo Moretti è vissuto per oltre vent'anni. E molteplici sono gli scorci di Nogarolo che appaiono sulle carte acquerellate: angoli di memorie catturate, di vie percorse a piedi con l'inseparabile borsa e cavalletto verso una incessante scoperta.

Nelle strade si incontrano persone, si vedono volti che accendono curiosità e fermano il passo.

Sono tanti i ritratti a inchiostro di china o carboncino che Primo Moretti ha dapprima fissato nella memoria e poi tradotto sulla carta. Il segno appare netto, deciso, fortemente riassuntivo e capace di rubare in poche linee l'intento e il carattere della persona descritta. Anche quando utilizza l'acquerel­lo o l'olio su tela, non tradisce l'innata vocazione a guardare attraverso il visibile, a riportare un'accurata fisionomia dei volti.

La pluriennale esperienza pittorica di Primo Moretti si può riassumere nella volontà di raccontare il quotidiano, o meglio, il suo quotidiano, fatto di condizioni semplici, epidermiche. Non c'è attesa, non c'è mistero, luce e colore determinano superfici e individuano soggetti di volta in volta perfettamente comprensibili.

Dentro questa dichiarata fedeltà alle forme, è contenuta la passione di una vita interamente dedicata all'occhio, allo sguardo, al colore perché tutto possa essere annotato nei confini di un'immagine, dal momento che l'immagine, come dice Robert Adams, "è più chiara della vita".

 

Per contatto figlio E-mail: walter-moretti@hotmail.it

 

Sito VEB: 


Acquerello 50X35cm. Treviso lungo il Sile

  http://scaksnc.interfree.it
 



 

        
Walter Moretti
e-mail walter-moretti@hotmail.it

 

  • (01 aprile 2006)        

Fede fatalistica e/o ipocrisia,
      salute a rischio radioattività, attualmente protesica,
             zirconio/a è forse il materiale giusto senza pericolo?

di Rosario Muto

Tutti più o meno conosciamo i pericoli dell'atomica, basta guardare indietro nel tempo, le famose aggressive guerre, gli incidenti nucleari (Cernobil) etc., il grande periodo della sperimentazione nel sottosuolo, nell'atmosfera, negli oceani e non solo; forse ancor di più la preoccupante sperimentazione sull'uomo direttamente con iniezioni e indiretta attraverso il trattamento irradionico degli alimenti, sui bambini di cui il loro futuro..............................
"Il grande periodo degli anni cinquanta, il pallino del grande futuro e il grande potere ".
Da qualche decennio, la grande preoccupazione, lo smantellamento di tutti gli armamenti atomici nucleari, la paura di quei paesi pazzi, terroristici!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
  Oramai i danni sono stati fatti, attualmente la stragrande maggioranza della popolazione comincia a pagare le conseguenze, malformazioni, allergie, tumori, infiniti patologie immunodepressive,
!come possiamo sostenere che la vita si sia allungata?
In Italia la stragrande maggioranza delle persone è affetta da patologie alla tiroide, ci domandiamo come mai?
I campi elettrici interferiscono sulla biogenetica, sul fattore primario della vita in generale, dal mondo vegetale a quello umano, la radioattività non può essere controllata, non sempre i valori bassi possono essere valutati, non esistono valori indicativi minimi che non rechino danni a: ...........non tutto è misurabile con il gaiger, la natura è regolata da codifiche energetiche di cui l'uomo non è ancora padrone, energie naturali che possono alterarsi in presenza di situazioni o interferite da.......................... indirettamente sulla genetica del creato.
Lo zirconio, la zirconia, poca differenza tra i due,  un fattore solamente economico, una lega metallica bianca, ricavati entrambi dallo zirconio (radioattivo), quasi sempre addizionata con l’yttrio (radioattivo), attraverso un procedimento chimico.
Forse credo che un pò tutti conosciamo lo zircone, la sua durezza, la sua applicazione, la fonte della sua estrazione,  forse di più la sua bellezza e i suoi colori, nessuno immagina invece il suo contenuto energetico, la fonte della sua natura.
Sì, la fonte è proprio nelle zone connesse a quelle dell'uranio, in effetti tutte le qualità sono legate al fattore energetico.  Le leghe agli ossidi di zirconia, di zirconio, sono strutture composte da più elementi e ricavati da processi chimici, proprio per la loro provenienza e per la loro trasformazione sono radioattive e tossiche.
Bene, queste sono l'ultima frontiera della scoperta degli anni cinquanta e nuovo business attuale che invade il mondo non solo nel campo dentale in protesi fissa.
Ci siamo tanto preoccupati di tutto quello che poteva essere il nucleare,  e adesso.............................. lo utilizziamo addirittura in modo invasivo odontoprotesico?
Sicuro, questo è il peggior sistema di  interferenza sulla nostra genetica, modificando o distruggendo tutte le nostre difese immunitarie, la logica dei legami genetici, biologici.
In virtù di quanto vi dico, qualche sera fa, su RAI 2, di sabato sera, sapete, la serie televisiva poliziesca americana, dei casi non risolti!!!! "CASE COLD",  raccontavano di un caso irrisolto di cinquanta anni dietro, proprio nei momenti di grande preoccupazione del nucleare, di un orfanotrofio gestito da suore, la storia era quella che un bambino morto in circostanze poco chiare, senza che si trovasse la vera causa, il vero colpevole, proprio questo, diede inizio una nuova indagine a distanza di anni,  una delle suore aveva accordi con un centro di sperimentazione nucleare, proprio qui finivano i bambini, per le loro prove venivano alimentati con cibi trattati radionicamente, quale poteva essere il valore radionico contenuto? Infinitesimo, eppure dalle successive indagini è emerso che quei bambini in età adulta sono tutti sterili non fertili.
Purtroppo a volte la tecnologia non sempre rispetta la natura.
Attualmente, nonostante le leggi a tutela della difesa della Salute del Consumatore, nonostante le leggi sulla libertà di scelta delle cure mediche, sulla trasparenza e  rintracciabilità dei prodotti e dei loro contenuti, si continua a violare i propri diritti, alla propria vita, a quelli economici e quelli dettati dalla Comunità Europea a favore degli interessi delle solite lobbi internazionali.
Infatti, da qualche anno, nonostante tutta una serie di insuccessi e allarmismi medici in campo protesico ortopedico, si continua a pubblicizzare in modo oppressivo attraverso tutti i media protesi totalmente in ceramica, denominata FREE METAL (grande truffa,  pubblicità ingannevole), grande disinformazione su un materiale con caratteristiche completamente opposte, questa è propriamente un materiale con caratteristiche simili a una lega metallica, i contenuti dipendono da elementi metallici, arricchiti con zirconio e yttrio, elementi ricavati in siti nucleari. Questo materiale è pubblicizzato come la panacea di tutti i mali, mentre invece è la causa di tante patologie conosciute da ignari  sofferenti e da tutta la scienza che studi i comportamenti dei materiali.
Come tutti gli altri lo Zirconio lo ritroviamo nella tabella periodica degli elementi, questo elemento in natura non lo ritroviamo mai in uno stato puro, e sempre l’elemento principale di 50 tipi  diverse di leghe, viene estratto nelle vicinanze di un altro elemento metallico ossia l’Uranio.
Per la sua radioattività, con grande capacità elettrodinamica e quindi con grande capacità di energia, è molto utilizzato in tantissime materie  ed in tantissime altre applicazioni nel campo nucleare.
Diciamo che per le sue caratteristiche è fortemente utilizzato come:
Fuel per quanto concerne proprio la ricerca nucleare in campo nucleare,
nel campo della energia per quanto riguardo la produzione elettrolitica,
ottimo dissipatore di energia in diverse situazioni  o sistemi di forte impatto termico,
utilizzato nei materiali da rivestimento ceramico industriale, alta tensione, altiforni, abitativo, alimentare, dentale, ortopedico, rivestimento per lo scudo protettivo in ambito spaziale durante l’impatto con la pressione atmosferica nel rientro terrestre etc. etc.
Lo Zirconio insieme più precisamente diremo arricchito  all’Yttrio ed altri elementi come l’ossigeno, alluminio, titanio etc. determina una lega metallica con caratteristiche abbastanza importanti e nello stesso tempo pericolose in campo applicativo protesico sanitario.
Il suo contenuto energetico, ben 5 volte più di una comune lega metallica, può essere la causa di tutta una serie di insuccessi sia in campo ortopedico, vedi gli insuccessi delle teste femorali  (dissociazione ionica degli elementi metallici dello stelo femorale), vedi in google zirconia problems , un allarme generale in Australia e America da parte di tutto il settore ortopedico già dall’ anno 1983 “Descrizione Capa Femoral Di ceramica Della St Gobain Desmarquest Zirconia”, Ceramica di Zirconia o “entro la notte, tutti i gatti sono grigi”,
Le informazioni urgenti su disintegrazione spontanea delle protesi cape femoral dell’anca di zirconia.
Come in tanti campi di applicazione anche nel campo odontoiatrico è arrivata la Zirconia, come al solito fare e dire, senza nessuna ricerca universitaria ha avuto una grande spinta nel settore e già si contano gli innumerevoli insuccessi,  sotto il profilo tecnico operativo-lavorativo, scarsa compatibilità termoresistente con il rivestimento ceramico durante l’interazione biologica nel tempo,   per niente resistente nelle zone ritoccate ed esposte, uno degli insuccessi più sentiti sono in relazione alle tante patologie e allergie più di quelle già conosciute nell’utilizzo delle normali leghe metalliche comunemente utilizzate, basta ricercare in internet “Metalli in bocca di Rosario Muto”.
Uno dei più grandi insuccessi può essere determinato proprio dalla protesizzazione implantoprotesica per dissociazione ionica degli elementi costituenti della lega al titanio dell’impianto.
Attualmente sentiamo pubblicizzare diversi nomi in relazione all’utilizzo di questo materiale, il tutto dipende dalla Azienda che ne determina il sistema di lavorazione softwear per rifinitura micro-digitale ed il nome del brevetto che ne affigge, in tutti i modi il materiale è sempre lo stesso. 
Forse una  grande qualità in meccanica automobilistica: “L’iniettore di combustibile Cummins utilizza il nuovo nucleo mobile ad alta resistenza e duro di Zirconio”.

Rosario Muto
C.T.U. 893 Tribunale di Prato
e-mail rosario.muto@tiscali.it
Tel.0574/545700

  • (01 aprile 2006)        

Ipocrisie ed ambiguità sulla poltrona del dentista
Lettera di Rosario Muto pubblicata su Dental Labor 1/06
 

Prato, mercoledì 01 Febbraio 2006

Qualche giorno fa sul Messaggero di Roma, il presidente della commissione odontoiatrica dei medici ha dichiarato che in Italia 15000 odontotecnici sono abusivi,  mi pare che tale affermazione sia piuttosto grave e diffamante.

Il Fatto...

Dal lontano 1928 a oggi il  99% degli studi dentistici, ha sempre preteso, in diversa misura, la presenza e l'assistenza pratica nel proprio studio dell'odontotecnico, per sopperire ad una serie di carenze a livello  professionale nel preparare la bocca a  ricevere una protesi, a svilupparne un progetto riabilitativo, e a seguire le fasi di prova necessarie fino alla applicazione definitiva. Ed anche per un'effettiva impossibilità, a trasferire tutte le informazioni necessarie per ultimare la protesi,  secondo le esigenze del paziente, che  non si limitano ad una mera funzionalità,  ma sono tese verso una piena soddisfazione estetica. Il tutto sempre nei termini di prestazioni gratuite (essendo svolte illecitamente) e se possibile, al prezzo più basso del mercato. Infatti l'odontotecnico, pur trovandosi a svolgere una serie di consulenze, talvolta nella misura del 50% della giornata lavorativa, non può emettere una regolare fattura per queste prestazioni, in quanto non abilitato a svolgerle.  In generale, all'odontotecnico viene corrisposta soltanto una remunerazione relativa al numero elementi protesici, effettivamente applicati dal dentista, per cui se il dentista  sbaglia un impronta,ad esempio, ed il lavoro e da rifare, nel 99% dei casi per non rovinare la relazione  professionale, l'odontotecnico si assume anche questo onere.
Attualmente non esiste legge che obblighi il medico a conoscere oggettivamente la composizione chimico merceologica dei materiali e delle loro applicazioni (di solito non leggono neanche le indicazioni contenute al loro interno), né tanto meno a conoscere il percorso di realizzazione di una protesi. Oggettivamente non  hanno alcuna cognizione tecnico-protesica (giustamente? perché non è il loro mestiere), così si avvalgono dei consigli dei loro informatori sanitari, i classici rappresentanti commerciali, ancora più carenti di conoscenza, e quasi sempre  propensi a far "sperimentare" nuove sistematiche. Sì sperimentare, infatti quasi nessuna azienda  effettua seri test clinici sui prodotti immessi in commercio. Con il risultato che il l'odontotecnico è costretto ad investire dei soldi, per essere competitivo, in sistematiche "nuove", di cui lui è il solo responsabile, i costi ed i rischi delle quali, nel caso d'insuccesso (come si verifica quasi sempre), ricadono solo su di lui.

Infine, in larga misura, medici dentisti e odontoiatri, proprio fieri della loro onnipotenza,  demandano spesso operazioni cruente e non, ad un personale non specializzato (le cosiddette "assistenti"), senza né un corso professionale di base, né una minima specializzazione.
La nostra impressione, se è vero che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina,  che a loro interessa soltanto il grande business, con buona pace di Ippocrate.
A questo punto voglio cogliere l'attenzione di tutti voi e porvi la domanda : secondo voi "chi è il vero abusivo?"
Se offendono di abusivismo una categoria professionale, che con capacità e fantasia, riesce a risolvere tutti i problemi derivanti dalla loro incompetenza tecnico-protesica, e che come dei servi fedeli cercan solo di farli arricchire, mi sembra francamente eccessivo volerli anche sottoporre alla pubblica gogna. Se cosi non fosse, la protesi se la farebbero da soli!
RIDATECI LA NOSTRA IDENTITA'! LA NOSTRA DIGNITA' PROFESSIONALE ODONTOTECNICA. RIDATECI IL NOSTRO LAVORO. NON VOGLIAMO PIU' ESSERE COMPLICI DELLA MALASANITA'.
A beneficio del consumatore, fermo restando che gli odontotecnici non vogliono prevaricare la professionalità e la competenza degli odontoiatri, non sarebbe meglio istituire un albo professionale odontotecnico e far risparmiare i pazienti, facendogli pagare la protesi direttamente all'odontotecnico. Riconoscendo inoltre il diritto e la competenza a questi ultimi,  come professionisti regolarmente retribuiti, di effettuare tutte le registrazioni necessarie all'applicazione della protesi?
A mio avviso, dietro tanto astio e aggressività, si cela, quello che ormai è divenuto "il segreto di Pulcinella".
Per quale motivo la grande lobby odontoiatrica non vuole che gli odontotecnici si rivelino per quello che sono, cioè dei seri professionisti.
Come potrebbero i dentisti giustificare le loro parcelle favolose, senza addossarne la responsabilità al costo della protesi.
Ma come ho detto, questo è il segreto di Pulcinella, infatti ormai sono sempre più le persone che sanno che non sono i costi di laboratorio a gonfiare i preventivi, infatti nella maggior parte dei casi, questi incidono, per un quarto del costo finale fino ad un decimo dello stesso.
Per questo motivo, nessun odontoiatra mostrerà mai la fattura della protesi acquistata dall'odontotecnico. Provate e vi sarà data la seguente risposta: "Devo chiederla alla segretaria, gliela farò avere... l'ho già inviata al commercialista non so se sarà possibile estrapolarne una copia... non posso fargliela vedere perché potrebbe darle un idea errata, sarebbe difficile spiegarle l'evoluzione dei costi... bla... bla... balle!
Il mercato deve restare libero e gli odontotecnici schiavi, questa è la verità. Stanno distruggendo la nostra professione.

Rosario Muto
C.T.U. 893 Tribunale di Prato
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Tel.0574/545700

 


 

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